Nel dicembre del 1223 Francesco d'Assisi conobbe una grande pace. All'inizio dell'anno aveva attraversato
la prova di scrivere la seconda Regola dell'Ordine. Che sfida affidare un'esperienza
spirituale per un testo giuridico! Ma alla fine è fatta. Il capitolo generale ne ha discusso a giugno e infine, a novembre, il papa l'ha approvato. Dotare la Chiesa di una fraternità di vita evangelica è stata la missione della sua vita.
Ora non gli resta che continuare a “imitare i passi di Gesù” e condividere con gli altri questa esperienza di salvezza. E visto che Natale si avvicina, cogliamo l'occasione!
Natale, per Francesco, è l'inizio della Pasqua di Gesù. L'Altissimo si fa piccolissimo per camminare con l'umanità che tanto ama. Francesco lo sente bene: chi si lascia commuovere dalla nascita di un Dio che si fa bambino, fragile e vulnerabile, avrà le migliori possibilità di rimanergli attaccato fino alla risurrezione che avviene attraverso il Calvario. Allora organizziamo un'esperienza di presepe!
Preparativi: prima collaboratori e ospiti, poi la messa in scena. Come collaboratori Francesco pensò subito ai frati degli eremi della valle reatina. Fu a Fonte Colombo che scrisse la Regola, ma Poggio Bustone, La Foresta e Greccio non sono lontani. In ciascuno di questi luoghi, ai fratelli fu permesso di stabilirsi sulle pendici delle montagne, dove la terra non è più utilizzabile. Francesco li invita tutti a venire a festeggiare il Natale con lui, a Greccio. E se sceglie Greccio è perché lì ha un amico molto speciale, Jean, il signore del luogo, un laico affermato nel mondo dei grandi e che tuttavia ha accettato la proposta di Francesco. proposta di vivere la minorità nel nome di Gesù facendosi cuore di minatore, in solidarietà con i piccoli di questo mondo. Questo Lord Jean si occuperà di allestire l'arredamento, portando nella grotta un bue, un asino, una mangiatoia, paglia, tutto il necessario per ricreare, come si poteva immaginare, l'atmosfera di Betlemme durante il primissimo Natale.
Quanto agli ospiti, saranno la gente del posto, contadini, pastori, taglialegna, carbonai: tutti un po' emarginati nella società dell'epoca, che vivevano troppo lontani dal paese per prendere in considerazione l'idea di andare in chiesa dal villaggio in poi. una fredda notte di dicembre. E portino le torce, vogliamo illuminare il mondo!
Allora la festa si svolgerà come previsto. Veniva gente, molta in questo spazio angusto. I fratelli cantarono a lungo i servizi; semplicemente, senza artifici... ed era bellissimo lo stesso. Poi abbiamo celebrato l'Eucaristia. Francesco legge il Vangelo della Natività poi «predica parole dolci come il miele sulla nascita del povero re» come racconta Tommaso da Celano. Tutta la celebrazione è incantevole: l'armonia dei canti,
il sapore delle parole, i profumi della terra, la pacifica comunione dei cuori, la luce che illumina la notte come un'alba sperata.
Accade un miracolo; e questo c'era da aspettarselo poiché stiamo vivendo insieme l'esperienza dell'Incarnazione: Giovanni di Greccio «vide infatti nella mangiatoia un bambino che giaceva inanimato al quale [Francesco] il santo sembrò avvicinarsi da Dio». Senza dubbio lo stesso Lord Giovanni raccontò a Tommaso da Celano ciò che aveva vissuto quella notte. Ma la sua esperienza personale non è sicuramente unica. Molti di coloro che accettarono la proposta di Francis; L'invito a lasciarsi vincere dalla tenerezza celebrando un Dio così amorevole che si è fatto piccolo e fragile come un bambino per accompagnare l'umanità nel suo cammino verso il Padre avrà sperimentato anche a Greccio come a Betlemme l'amore vivo incarnato.
Questo è Francis' proposta: lasciati toccare dalla tenerezza del Natale e sarai fedele fino alla risurrezione della Pasqua, anche se il suo cammino passa attraverso la Croce. Dal 1223 Francesco, in nome dell'Onnipotente, rinnova ogni anno la sua proposta: la tenerezza è la porta del mistero. Quest'anno vieni a Greccio!
fr. A.B.Cappuccini.
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